Cosa impariamo della City Hall di Boston dopo 4 ore e mezza del documentario di Frederick Wiseman? Apparentemente tutto. O almeno, gran parte delle cose. Perché se c’è qualcosa che caratterizza il cinema di Wiseman è la sua esaustività – che non è quasi mai sinonimo di estenuazione, nonostante i lunghi tempi – e il suo amore folle per la rappresentazione delle comunità. E se c’è qualcosa che definisce la riuscita o meno dei documentari di Wiseman non è l’aspetto estetico, che è invece sempre uguale a sé stesso, un vero e proprio marchio di fabbrica (le riprese dei discorsi degli addetti ai lavori o dei comuni cittadini, precedute dalle visioni degli edifici in cui lavorano, a costruirne il buon vecchio “piano d’ambientazione”, insieme alla glorificazione di gesti microscopici che hanno la forza ironica del realismo esagerato): ma è il semplice oggetto di interesse.
Diversamente però da Ex Libris – The New York Public Library e da Monrovia, Indiana (presentati anch’essi a Venezia ...
City Hall sembra perdersi un po’ troppo nei labirinti di una grande città, troppo grande per essere resa nel suo essere un ecosistema complesso
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.