Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di morto, la recensione

Il set di magliette con lustrini accecanti di Paola Cortellesi introduce il pubblico al seguito di Come un gatto in tangenziale, sottotitolato Ritorno a Coccia di morto anche se quel luogo non solo non è centrale ma lo vediamo per pochissimi minuti. Il team invece è esattamente lo stesso dell’originale: stesso regista, stessi sceneggiatori, stessi protagonisti, stessi comprimari (con le aggiunte di rito) e in un certo senso stessa storia solo declinata in un’altra maniera. Non è più l’alternarsi di una donna di periferia nel mondo di un sofisticato uomo di cultura e di un uomo di cultura nel grossolano mondo della donna di periferia (con la scusa del fidanzamento dei figli ad unirli), ma con intelligenza c’è un’altra alternanza: è la storia di come Giovanni si divida tra il Museo che sta per inaugurare in periferia e una parrocchia dove Monica deve prestare servizio per scontare una pena (a causa della clepto...