C’è un grandissimo equivoco alla base di Cosa Fai A Capodanno?, ovvero che un film strano sia buono perché strano. Questa storia di una notte di Capodanno, passata in una baita isolata tra personaggi che dovrebbero essere lì tutti per la stessa ragione (un’orgia) ma in realtà hanno tutti finalità differenti, dovrebbe mescolare molti stili, essere sorprendente e soprattutto essere sporcata molto di genere come non si fa mai in Italia, ma è l’esatto contrario. È cioè un film che su una base che guarda un po’ a Tarantino (un’incredibile citazione smaccata di Pulp Fiction leverà ogni dubbio ma già le persone chiuse in una baita potevano mettere sulla strada giusta) instaura il più classico degli appiattimenti all’italiana.

Piegatissimo su riferimenti locali alla politica e al qualunquismo, ovviamente intrappolato in un rapporto problematico con il passato e il vintage, determinato a fare dei personaggi delle macchiette (l’introverso, l’ex ricca, la coatta gelosa, il ladro duro, il politico...