Cry Macho, la recensione

Se c’è qualcosa che Clint Eastwood ha reso indistruttibile alla prova del tempo, in decenni di carriera davanti e dietro la macchina da presa, è quel profondo senso di dignità dell’individuo – e della sua figura in primis – che pervade ogni sua opera. Per questo motivo (e per la quantità incalcolabile di volte in cui Eastwood ha messo in discussione il suo essere eroe e tough man, con Unforgiven che forse riassume ogni discorso) è forse poco sensato chiedersi se Cry Macho sia un film testamento: Cry Macho vive di quella dignità guadagnata. E, nonostante tutto intorno a lui (la semplicità della storia, il ritmo lento e l’andamento claudicante) sia potenzialmente un elemento a sfavore, Eastwood prende tutto questo e lo rende sensato, utile, emozionante. Una magia che solo una mano così esperta e controllata come la sua riesce a fare.

Cry Macho, con Clint al centro a interpretare un vecchio cowboy da rodeo che deve salvare un ragazzino messicano ...