Dune, la recensione

Denis Villeneuve è sopravvissuto a un tentato omicidio con Blade Runner 2049, film che poteva uccidere la carriera di chiunque. Operazione che non poteva essere di successo, visto il peso del precedente e che lui ha trasformato in un ottimo film (non fosse per gli obbligatori legami all’originale). Ancora in piedi, adesso attacca questo altro progetto folle con la frase: “I sogni sono messaggi dal profondo”. Lo annuncia una voce prima ancora del logo della Warner, una voce che ha lo stesso tono durissimo e mostruoso delle altre che Paul Atreides sentirà nella sua testa, non più soffiate e sussurrate come nel film di David Lynch (certo che idea quella là…) ma imperiose, perché tutto il film è imperioso. Dune è una costruzione grandiosa anche per le proporzioni dei blockbuster cui siamo abituati, e lo è non certo per la cifra spesa ma per il punto di vista assunto da Villeneuve: una storia di nobili, di nazioni e paesi, una storia politica, una storia mistica. Stupisc...