La recensione di Everything Everywhere All at Once, al cinema dal 5 ottobre
Esiste un universo parallelo in cui Everything Everywhere All at Once è un film perfetto: dotato di un’estetica visionaria, raffinato nelle sue declinazioni di genere. Una metafora meravigliosamente caotica e travolgente che parla di come ogni singola scelta di vita lasci dietro di sé l’angosciante ombra di un dubbio: e se avessi sbagliato tutto? Si tratta di un universo piuttosto simile al nostro, peccato però che non lo sia davvero, perché pur avendo quasi tutte queste qualità Everything Everywhere All at Once trova il suo piccolo “glitch” nella componente più elementare: quella emotiva.
Scritto e diretto da Dan Kwan e Daniel Scheinert e prodotto dai fratelli Russo, Everything Everywhere All at Once come la sua protagonista raccoglie infinite possibilità dell’esistenza ad un ritmo da capogiro, fa bella mostra di un virtuosismo di stile enciclopedico ed eclettico – tra il cinema di Hong Kong di ...
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.