La recensione di Firebrand, film di Karim Aïnouz in concorso a Cannes 76

Che Firebrand sia un film a tesi lo dimostrano fin dall’inizio le parole bianco su nero – poi sottolineate da una voce narrante – che ci dicono quanto la Storia, quella con la S maiuscola, sia sempre stata narrata come una questione di uomini e di guerre. In questo senso fin da subito Karim Aïnouz (La vita segreta di Eurídice Gusmão) ci vuole fare intendere che l’eroico impegno della regina Catherine Parr (Alicia Vikander) nel portare avanti la riforma radicale protestante è qualcosa che è necessario raccontare se si vuole andare oltre una storiografia maschilista. Ma allo stesso tempo, sembra inferire che il suo stesso film deve essere visto come altrettanto necessario.

Quello di Ainouz è uno stratagemma furbo, ci indirizza alla visione di qualcosa di evidentemente giusto (portare in primo piano gli esclusi della Storia, in questo caso le donne). Il fatto è che se a questa dichiarazione non fossero s...