Flag Day, la recensione | Cannes74

I grandi sentimenti esposti con scene clamorose al tramonto, perché tutti li possano vedere, i pianti sommessi e non, e le confessioni insperate mormorate sul portico di notte. In Flag Day c’è tutto il campionario delle scene madri utili a mettere in luce la recitazione e raccontare una storia più tramite gli attori che tramite la sceneggiatura o qualsiasi altro elemento della messa in scena. Sean Penn, che era stato così bravo a lavorare di paesaggi e luoghi sia in La promessa che (ovviamente) in Into The Wild, di nuovo crolla, stavolta con una storia molto semplice, molto lineare e molto americana.

È la vera storia di Patty Vogel come raccontata da lei stessa nella sua autobiografia, ma in realtà Flag Day sembra molto più interessato a John Vogel. Del rapporto padre/figlia al centro della storia il cuore non sembra mai essere questa figlia che, cresciuta con un padre inaffidabile e in fuga, lo raggiunge da adolescente per toccarne con mano l’inaffid...