Non ci si può non divertire con Geostorm, a patto di prenderlo per il verso giusto.
Questa specie di spin-off di un qualsiasi catastrofico di Roland Emmerich (il regista e sceneggiatore Dean Devlin è un suo storico collaboratore), dotato di tutti i crismi e dell’ossessione per il mondialismo e la pornografia della distruzione dei luoghi più riconoscibili propria del regista tedesco, mette tutti e due i suoi piedi nell’autoparodia quasi subito, mandando ben presto in vacca qualsiasi vaga credibilità, quando mostra di ambire ad un’impossibile copia del cinema di Michael Bay e della sua epica. Ma invece che farne una versione dei poveri, Geostorm amplia il parco delle sue ispirazioni e incorpora sequenze di suspense in camminata nello spazio in stile Gravity al pari di momenti da attacco al presidente e raggiunge uno zenith tanto scemo quanto equilibrato.

Che Devlin punti ad un pubblico mondiale lo si vede subito da come è immaginata la stazione spaziale che, in un futuro prossimo, contro...