La recensione di Gigi la legge, il film di Alessandro Comodin, nelle sale dal 9 febbraio

Ci vuole davvero una grande forza cinematografica per prendere un’ambientazione marginale come un paesino del Nord Est, lasciarla totalmente marginale e sullo sfondo, riprendere questioni ordinarie di un posto ordinario che si svolgono più che altro sempre uguali giorno dopo giorno ed essere in grado di trovarci dentro il segreto per l’interesse verso gli altri esseri umani. Gigi la legge è un documentario (presentato al festival di Locarno) che non sembra proprio un documentario, girato intorno a Gigi, vigile urbano che gira in panda con un ottimismo inspiegabile, flirta via radio con la nuova vigilessa addetta alle comunicazioni che non ha mai visto ma che i diversi colleghi che si alternano accanto a lui gli descrivono. Un documentario che sembra pensato come una strip story, in cui ciò che conta sono le variazioni su quadri molto simili.

Ci sarà anche un giardino nel quale perdersi...