Un gruppo di preadolescenti sono coinvolti in un’avventura che non hanno cercato, prigionieri delle grotte di Frasassi ne dovranno uscire. C’è la Amblin a fare da ispirazione a questo film, ovvero lo spirito di I Goonies unito all’amicizia con un essere mai visto prima di E.T., uno con cui sviluppare una relazione che non passa per le parole ma sconfina subito nel sentimentale. O almeno questo era il piano, perché di tutto ciò in Grotto davvero non si vede l’ombra, tanto il film è un pasticcio lungo il quale si fatica a trovare la strada dell’uscita, un prodotto paratelevisivo che del linguaggio del cinema e della complessità dei film migliori non ha nemmeno l’impressione.

Scritto con pochissimo brio e girato alla buona, Grotto compie una serie di scelte difficili da comprendere che nemmeno gli giovano, ma anche là dove si muove sui canoni del genere cui aspira ad appartenere lo fa in maniera maldestra e poco avveduta.
Non è ben chiaro ad esempio come mai ogni forma di azione sia fuori...