Scompartimento n.6, la recensione | Cannes74

Accade raramente che un film apra un nuovo mondo, cioè che riesca a raccontare qualcosa che nessuno aveva raccontato prima e nel farlo colga lo spettatore impreparato, che gli regali una “prima volta”. Anche quando come in questo caso siamo vicini a molto altro cinema può ancora capitare che qualcuno scavi una nicchia in un argomento molto abusato, per scoprire un piccolo luogo dell’essere umani che nessuno aveva esposto così precisamente.

Lo fa Scompartimento n.6, film eccezionale di Juho Kuosmanen, che parte come l’anti-Prima dell’alba, cioè con due ragazzi che si incontrano su un treno. Condividono il medesimo scompartimento (il n.6 come dice il titolo), solo che non c’è nessuna scintilla iniziale, anzi lui, un minatore russo abbastanza scemo, si ubriaca per provarci volgarmente con lei, una studentessa di archeologia finlandese più sofisticata, che schifata si allontana e lo disprezza.

Ci vorrà un film intero e diversi eventi in questo v...