I giganti, la recensione | Locarno74

Se esiste un “cinema da pandemia”, cioè produzioni caratterizzate da lavorazioni in ambienti unici con un cast limitato, fattibili in tempi di controlli, lockdown, tamponi e distanziamento, allora I giganti di Bonifacio Angius ci rientra in pieno. È una storia di droga che diventa una storia di umanità allo sbando, di alcuni amici, ma forse sarebbe meglio dire conoscenti, che si riuniscono nella casa disabitata e serrata di uno di loro per farsi alla grande. C’è il più esaltato, il più introverso, quello funestato da demoni, il politico e il fratello senza peli sulla lingua. Per tutti quella permanenza alimentata da droga è un modo per non affrontare dei problemi che puntualmente si presenteranno.

E nonostante sia cinema da pandemia c’è anche un’aria da cinema italiano degli anni ‘90 in I giganti, film che fieramente non ha modelli internazionali e cerca di trovare le ragioni nella scrittura prima che nelle immagini, nella recitazione prima che nell...