Se Tintin mostrava che la verve e la forza cinetica, muscolare e pianificatoria di Indiana Jones non erano morte con la fine della saga (l'esatto contrario di quanto si era visto nel quarto film, realizzato solo pochi anni fa), War Horsemostra che il sentimentalismo più semplice, spiccio e diretto di uno dei registi più popolari tra i veri maestri è ben lungi da considerarsi qualcosa che appartiene al passato. Spielberg sperimenta, innova e inventa in ogni inquadratura. Applica a un film dal vero le transizioni viste in Tintin e ogni volta che un uomo muore crea una soluzione visiva nuova e diversa per non mostrarne direttamente il decesso. Il risultato sono momenti altissimi. Eppure i cavalli muoiono in scena, perchè War Horse, in sostanza, usa un cavallo per raccontare di uomini. [Leggi la recensione cinema…]

Dallo scorso 31 maggio, War Horse, la seconda pellicola di Steven Spielberg a essere approda...