A circa 75 anni dall'uscita del Mago di Oz, e a 113 anni dalla pubblicazione del primo dei numerosi romanzi di L. Frank Baum, arriva nei cinema di tutto il mondo il prequel dichiaratamente ispirato ai lavori di Baum ma, in un modo o nell'altro, legato al capolavoro di Fleming. E' la seconda volta che la Disney propone una operazione di questo tipo – la prima volta con un sequel, Ritorno a Oz, negli anni ottanta – e nonostante i limiti imposti dai marchi registrati dalla MGM (ora passati alla Time Warner), è evidente che il grande punto di riferimento di Il Grande e Potente Oz sia uno dei più grandi classici della storia del cinema. E questo è sia il pregio che il limite della pellicola di Sam Raimi.

Si va infatti dai veri e propri omaggi – il lungo prologo in bianco e nero 3D nel tradizionale formato 1.33 con il passaggio al widescreen a colori quando il protagonista finisce a Oz da solo vale il prezzo del biglietto – a citazion...