Da sempre il cinema più rapido e sciatto ci sbatte in faccia che ogni scelta è equivalente. Sia il casting (piegato alle stesse scene e agli stessi meccanismi a prescindere da chi venga scelto) che le location, che l’ambientazione o ancora la trama. Tutti elementi ininfluenti. Tutto è uguale, tutto è un pretesto per infilare l’umorismo dei protagonisti in una ripetizione del noto e atteso, in film a forma di tormentone. Anche se stai su Marte.

In un 2030 da operetta (caricaturale, da film comico ma sempre un po’ sconfortante) Marte è un luogo di vacanza dove finiranno i protagonisti ognuno con una ragione diversa: Christian De Sica per sposarsi clandestinamente (se lo facesse sulla Terra dovrebbe prima divorziare e la nuova moglie non sa della vecchia), suo figlio 20enne per inseguire un p...