Se il cinema italiano negli ultimi tempi si avventura sempre di più nei territori del fantastico, sembra il più delle volte non riuscire a staccarsi dai modelli della commedia italiana, dalle solite dinamiche e situazioni. Lo notavamo qualche mese fa con Una famiglia mostruosa di Volfango De Brasi, una parodia dei mostri classici che funziona esattamente con gli stereotipi delle commedie di Natale; possiamo fare lo stesso discorso con Io e Angela, che non sfrutta mai a pieno il proprio côté sovrannaturale e che, seppur cambiando più volte registro, non trova mai ragion d’essere al di fuori della battutina. Il film diretto da Herbert Simone Paragnani (collaboratore assiduo di Fausto Brizzi e Massimiliano Bruno, qui alla seconda regia dopo Una canzone per te) ha come protagonista un Angelo della Morte (Ilenia Pastorelli) incaricata di trasportare all’altro mondo Arturo (Pietro Sermonti), mite quarantenne destinato al suicidio che però proprio non ne vuole sapere di morire. Così lei, riba...