C’è un silenzio sorprendente ad aprire Irrational Man.

Non i consueti manouche o dixieland sui titoli di testa bianchi e sfondo nero ma un inedito silenzio ambientale (l’unica vera forma di silenzio, quella che lo afferma facendolo sentire) per tutta la loro durata. È solo un indizio della variazione nel paesaggio sonoro rispetto alle abitudini di Woody Allen, elemento che in sè apre la strada a molti altri cambiamenti. Irrational Man infatti è animato da un blues spinto e tirato, colonna sonora fieramente di colore, ritmata dal pianoforte e non dal classico sax e, quando serve, rallentata da inserti di classica. Siamo dalle parti di Match Point e Sogni e Delitti, lo ricorda anche l’incursione dei grandi narratori russi (sempre Dostoevskij), ma con un ottimismo a note alte e ritmo sostenuto che forniscono tutta un’altra lettura e un altro tono.

Magic in the Moonlight già spiazzava variando la consueta commedia d’ambientazione primi novecento di Woody Allen, non era infatti contaminata ...