Junk Head, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Takahide Hori ha trascorso ben sette anni per realizzare il suo film in stop motion Junk Head, un’impresa ambiziosa e impegnativa che porta in vita un mondo futuristico cupo e ricco di inventiva.

La storia è ambientata in un futuro distopico in cui la manipolazione genetica permette all’umanità di vivere a lungo, ma ha causato l’incapacità di riprodursi. Dei cloni ribelli, chiamati Marigan, vivono nel sottosuolo dove si è sviluppata una società parallela che potrebbe possedere la chiave per la sopravvivenza. Quando un esploratore viene ritrovato a pezzi, dopo aver perso il corpo e i ricordi durante il viaggio verso il basso, le creature lo riportano in vita usando dei pezzi di scarto, dando il via a un’impresa in cui il protagonista deve lottare per la sopravvivenza, viene considerato una divinità e uno schiavo, e si imbatte in numerosi mostri.

Takahide Hori si è occupato praticamente di ogni aspet...