La recensione di La cena delle spie, in uscita su Prime Video dall’8 aprile

Ci sono film che è meglio lasciare in superficie, perché più si approfondisce peggio è. La cena delle spie è uno di questi, andrebbe guardato di striscio, con scarso impegno, altrimenti i suoi mille problemi assalgono lo spettatore senza lasciarlo in pace. Come una valanga tutto peggiora di minuto in minuto, in un domino di tessere di insulsa pretenziosità non sorretta da niente. Non dal mestiere, non dal guizzo, non dalle interpretazioni e di certo non dalla regia, che tra tutti i comparti ha le responsabilità maggiori per non essersi mai accorta che nulla funzionava e aver continuato a cercare di dare forma ad un sofisticato spy movie dalla struttura a flashback, senza virare verso qualcosa di più semplice.

È Chris Pine, che ha l’aggravante di essere anche produttore esecutivo, ad iniziare la fiera dello sguardo intenso fuori dall’obiettivo. Agente segreto per la CIA con sciarpetta portata lenta al coll...