In Belluscone, Franco Maresco aveva scovato l’impresario di neomelodici scalcinati di piazza Ciccio Mira, al centro anche di La Mafia non è più Quella di una Volta, presentato in concorso al Festival di Venezia. Lo aveva trovato indagando il sottobosco dei concertini e degli impresari para-televisivi, strumenti nella mani del crimine utilizzati per mandare messaggi agli “ospiti dello stato” (carcerati), figure marginali di un’industria dello spettacolo ridicola, di rara miseria. Mira, in particolare, è un gioiello di ingenuità, un uomo che è rimasto a quando parlare bene della mafia era una cosa buona, un minuscolo esecutore e imbonitore da fiera per musicisti più ridicoli di lui.

Ora una sua inaspettata iniziativa a favore di Falcone e Borsellino, un concerto di piazza per i due eroi nell’anniversario della morte del secondo, stimola la curiosità e un nuovo documentario. La domanda implicita è: “Perché questo piccolo timorato della mafia che candidamente ammette di non avere niente co...