Isabelle Huppert fa tutto. La sua carriera partita con il cinema arthouse più audace (quel che ha fatto con Haneke è da applausi per il coraggio) è poi sfociata anche in quello commerciale. Ora è capace di andare nelle foreste per Brillante Mendoza e poi diventare una spacciatrice di droga in La padrina, film leggero a cui solo la sua presenza permette di essere anche ponderoso. È il suo corpo la cosa più interessante di tutte. Non ci sono dubbi.
La storia è convenzionale, quella di una donna borghese annoiata e con pochi stimoli nella vita che fa un lavoro a contatto con il crimine, è traduttrice dall’arabo per la polizia, sempre impiegata nelle retate, negli interrogatori o nelle intercettazioni. Ha la fiducia del capo della polizia, che è anche un suo forse spasimante, tuttavia per una serie di intrecci capisce di stare traducendo le parole e le azioni del figlio della badante di sua madre. Escogita con lei un piano per impedire alla polizia di arrestarlo e...
La padrina, la recensione
La padrina
14 ottobre 2021 al cinema
La padrina, la recensione
Una storia che altrove poteva essere banale diventa in La padrina qualcosa di complicato ed è solo grazie alla presenza di Isabelle Huppert
- giovedì
- 16:00 BAD Week
- venerdì
- 14:30 BAD Comics
- 16:30 BAD Games: Halo: Infinite
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