Il viaggio nell’idea di cinema della paura di Pedro Almodovar è un’esperienza unica. Totalmente privo di qualsiasi forma di efferatezza (anche gli spari producono poca dilaniazione e gli stupri sono quasi invisibili) e per nulla interessato a mostrare contenuti fastidiosi, La pelle che abito parte come sempre da un calco noto che il regista tratta come una forma d’ispirazione. Stavolta è L’isola del dr. Moreau, classico di fantascienza/horror portato al cinema almeno 3 volte (e una volta dai Simpson!) e centrato sui terrificanti esperimenti di ibridazione tra uomini e animali condotti da un chirurgo pazzo a furia di asportazioni e “riattacchi”. Al tema Almodovar chiaramente sottrae tutta la componente bestialità/razionalità e aggiunge quella riflessione sull’ibridazione dei sessi e il mescolamento di caratteri maschili e femminili che in un modo o nell’altro attraversa tutti i suoi film.

E in questo, in un’edita proposizione di tra...