La terra dei figli, la recensione

Erano letteralmente decenni che non usciva un film come La terra dei figli, un postapocalittico che fa tantissimo con poco, ambientato alla fine del mondo che in realtà sembra il delta del Po. Inedita fantascienza pauperista da nord est italiano. Erano anni che non si vedeva un film italiano capace di creare un mondo di fantasia con la coerenza visiva e la capacità di trasformare posti reali in luoghi fantastici come nei film di Matteo Garrone. Erano anni che dei mille tentativi annui italiani di realizzare un cinema di genere con finalità autoriali e intellettuali ne riuscisse almeno uno.

Invece ora La terra dei figli, adattando la graphic novel di Gipi (i cambiamenti ci sono ma non sono tanti, è più che altro una riduzione per far entrare tutto in un film), crea il massimo lavorando sull’assenza di dettagli ed elementi. Addirittura, in controtendenza totale rispetto a tutto il cinema di genere italiano moderno, invece di peggiorare a mano a mano che ...