Lasciarsi un giorno a Roma, la recensione

C’è qualcosa che non manca mai nei film scritti e diretti da Edoardo Leo, ed è uno spunto accattivante (il suo primo 18 anni dopo era un confronto tra fratelli diversi mentre trasportano le ceneri del padre per spargerle; il suo più riuscito, Che vuoi che sia, è su una coppia che annuncia online per scherzo un possibile video porno e i soldi che gli vengono versati cominciano a fargli pensare che abbia un senso), stavolta l’idea è quella di fare in modo che una coppia possa confrontarsi e parlare di tutto ciò che solitamente scatena rabbia, urla e parole forti, senza che questo avvenga grazie ad un espediente.
È una maniera più avvincente della media per parlare di come finisce un rapporto e di quello che lo fa finire: usare dei simulacri invece delle persone vere, ma l’espediente non sembra essere sfruttato al meglio.

Non è solo il protagonista ad essere un simulacro (lei pensa di avere un rapporto via messaggio con il tenutario di una rubrica...