Le Mans ’66 – La Grande Sfida, di James Mangold – la recensione
Qualsiasi film diriga James Mangold non riesce a non farne un western, e questo è ciò che lo rende grande. Sia la storia degli ultimi giorni di Wolverine in una linea temporale alternativa di Logan, sia la storia di una cittadina di poliziotti e dell’agente che la pattuglia di Copland. E anche Le Mans ‘66 è puro western sotto sotto, quello del John Ford di I Cavalieri del Nord Ovest in cui l’etica dei soldati il loro spirito di fratellanza e il loro attaccamento gli uni agli altri (con tutti i difetti di cui ognuno è portatore) è contrapposta all’etica o alla sua mancanza degli ufficiali. Qui è piloti e costruttori contro i funzionari della Ford ma poco cambia, la maniera in cui si stringono le mani, si guardano gli uomini e soprattutto quella in cui è evidente la necessità di prendere decisioni difficili parla da sé.
Perché Le Mans ‘66 è classicissimo senza paura di esserlo, non ha niente nello script c...
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.