La recensione di Leila’s Brothers, il film in concorso al festival di Cannes

Una famiglia iraniana con figli di 40 e 50 anni che cena tutta riunita davanti al wrestling americano, non può che essere una famiglia le cui litigate si trasformano in royal rumble di parole. Sono in 7: i due genitori anziani ma ancora energici, 4 fratelli e una sorella, Leila. Perdita di lavoro, affari andati male, matrimoni che non arrivano e croniche incapacità li costringono tutti in casa insieme, in litigate domestiche scritte, recitate ma soprattutto messe in scena in maniera vertiginosa, un delirio coreografato per sembrare caotico (non si parlano sopra gli uni agli altri sempre per un pelo). Sono derelitti ma forse una svolta all’orizzonte ci sarebbe, un negozio che possono acquistare a poco e che darebbe lavoro a tutti. Certo servono i soldi, un po’ ne hanno ma non bastano, forse però se convincono il padre a non fare nessun regalo di nozze ai suoi parenti magari possono usare quei soldi lì…