Lingui, la recensione | Cannes 74

Mahamat-Saleh Haroun è legatissimo a Cannes e il festival è legatissimo a lui. Una buona parte dei suoi film degli ultimi 10 anni sono stati presentati qui, ed è la terza volta che è in concorso. Tuttavia, anche questa volta dopo Grigris, non ci si può non domandare cosa ci sia nel suo cinema di così accattivante per meritare tanta considerazione.

Lingui è la storia di una ragazza che rimane incinta a 15 anni in un paesino del Chad. Il fatto è un problema non da poco per il suo futuro e pesa nella vita già difficile sua e di sua madre (il padre le ha abbandonate). Se a questo si aggiunge che in Chad abortire non solo è condannato dalla religione (musulmana) ma anche dalla legge dello stato, abbiamo il film. Ci sarà una clinica specializzata, i soldi da trovare per pagarla e poi un raid della polizia quando tutto sembra fatto. Ogni problema è risolto con il Lingui, cioè il “legame” che in questo capiamo essere quello tra donne, perché solo donne si vedo...