Mad God, la recensione | Locarno74

Nel 1986 Phil Tippett ha iniziato a lavorare ad un film d’animazione in stop motion interamente autoprodotto e ha finito nel 2020, attraversando più di 30 anni e altrettante tecniche diverse, fino anche alla banale live action. Il risultato è un kolossal che non segue nessuna delle regole che conosciamo, in cui si distingue una follia anti-sistema che nemmeno nei sogni a budget altissimo di Terry Gilliam, un desiderio di grandezza commovente, la passione per le creature e il movimento di quello che è stato forse uno dei più grandi artisti degli effetti speciali in stop motion, che qui scioglie ogni briglie al suo immaginario nel bene e nel male.
Il risultato sono 90 minuti di una densità visiva che ha pochi sparuti precedenti (anche The Thief and The Cobbler, altra montagna di follia, raggiunge questi standard solo in alcune scene), in cui quasi ogni scena ha un background e una scenografia che in qualsiasi altro film di fantascienza sarebbero usate p...