La recensione di Mancino naturale, al cinema dal 31 marzo

Ancora una volta, come nel recente Il campione, in un film italiano l’universo calcistico è il contesto in cui raccontare, più che la dimensione sportiva, intensi e inaspettati rapporti umani. Mancino naturale, esordio alla regia di Salvatore Allocca, si concentra su quello tra Isabella, madre rimasta vedova (Claudia Gerini) e il figlio dodicenne Paolo, che cresce da sola e fa allenare duramente con l’obiettivo di farlo diventare un astro nascente del pallone, sfruttando il suo notevole sinistro. Per aprirgli le porte del calcio professionistico, è disposta a fare di tutto, venendo a patti con il suo spietato mondo e gli approfittatori che ci girano intorno (come il talent scout interpretato da Massimo Ranieri, che gli chiede ingenti somme di denaro per dare una possibilità al ragazzo ai provini).

A dispetto di queste premesse, Mancino Naturale non è un però un film di denuncia del microcosmo calcistico, delle illusioni de...