Chi M'ha Visto
di Alessandro Pondi
28 settembre 2017
Gli auspici sembrano essere i peggiori quando una musichetta generica e i titoli di testa in un font giallo ocra che gira dalle parti del western accompagnano panoramiche di un paesino caratteristico sorvolato con il drone. La cattiva impressione è poi confermata quando il volo di drone stacca sulla prima scena, una cameriera di bell’aspetto che esce da un baretto umile per servire i pochi clienti attempati che sono seduti fuori. Il clichè per antonomasia del cinema italiano iperlocalizzato, quello del ritorno al piccolo, della fuga dalla modernità e che identifica nella provincia e nell’arretrato gli unici possibili veri valori.
Per fortuna a Chi M’Ha Visto accade quasi subito qualcosa di imprevedibile: viene completamente dirottato dai suoi attori sotto la guida del capopopolo Pierfrancesco Favino.
Per fortuna a Chi M’Ha Visto accade quasi subito qualcosa di imprevedibile: viene completamente dirottato dai suoi attori sotto la guida del capopopolo Pierfrancesco Favino.
Mentre Beppe Fiorello è intento a fare il protagonista, il chitarrista turnista dei più grandi artisti italiani che non riesce a sfondare da solo e decide di scomparire artificiosamente pe...
Nel tipico paesino provinciale in cui i personaggi italiani vanno a trovare i veri valori, Chi M'Ha Visto scatena il genio umoristico di Pierfrancesco Favino
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