MIDWAY, DI ROLAND EMMERICH: LA RECENSIONE

Alla fine di Midway neppure una casella della lista dei luoghi comuni da toccare in un film di guerra banale rimarrà senza spunta. Dai superiori che non credono agli ufficiali dall’intuito geniale, alle reclute con una morale di ferro fiere di morire per non tradire i propri amici, al pilota insofferente all’autorità ma dannatamente in gamba, fino al colonnello di ferro che nasconde un cuore dietro le sue poche parole.

L’idea sembra quella di prendere elementi dal cinema di guerra classico americano come anche da quello edonista di guerra fredda, l’eccitazione di Top Gun e l’affresco di Berretti Verdi, unito al Bayhem di Pearl Harbour. Ma non c’è quel design pazzesco di Tony Scott (né il suo montaggio delle sequenze aeree), non c’è la potenza incredibile delle immagini Michael Bay o ancora il rigore del cinema di guerra di una volta. Midway non mostra mai di possedere la capacità né di intrattenere con il dinamismo né di creare immagini capaci...