Mondocane, la recensione

Cosa può fare oggi il cinema italiano dell’eredità, forse già un po’ stanca di sé stessa, del mafia movie italiano contemporaneo? Per esempio, quello che fa Alessandro Celli con Mondocane: ne prende con eleganza e visionaria creatività le suggestioni, le atmosfere, gli elementi ricorrenti (come il tradimento, la scalata sociale, il bivio senza ritorno in cui si sceglie tra bene e male) per poi immetterli in un panorama finalmente nuovo, inedito, immaginario e non solo immaginabile. Il risultato? Sbalorditivo.

Stiamo sempre parlando della periferia italiana, della condanna socio-economica del Meridione, dei sogni distorti di giovani adulti, ma finalmente se ne parla (anche) attraverso la potenza narrativa dell’allegoria, lavorando sul fantastico come se si trattasse di un dibattito sull’oggi. Quella che infatti si dispiega ai nostri occhi, pezzo per pezzo – con la calma di chi non ha fretta di spiegare tutto e subito, ma anzi immette fluidamente lo spettat...