Monster, la recensione

Più che volontariamente ambiguo sembra indeciso Monster, film giudiziario su un diciassettenne afroamericano di Harlem coinvolto in una rapina che finisce con un omicidio. Il tirante narrativo sta tutto nella domanda “ma quanto è coinvolto?”. Tuttavia, allo stesso tempo, il film ci presenta un personaggio talmente “buono e puro” che risulta difficile nutrire dubbi sul suo conto. Non è ben chiaro quanto questo effetto sia voluto dal regista Anthony Mandler o dagli sceneggiatori, fatto sta che se all’inizio l’andamento del film e il coinvolgimento di chi guarda ne risultano compromessi, da un certo punto in avanti questa contraddizione risulta anche sensata. Il problema, però, è che non si capisce abbastanza cosa gli autori vogliano davvero comunicare, ed è come se il film andasse incontrollato in direzioni casuali: a volte fortunate, a volte molto meno.

Si parte in medias res a fatto già compiuto, accompagnati dalla voce fuori campo del protagonista