Il prologo intriga, il primo episodio convince poco, il secondo ingrana e il terzo sancisce il definitivo decollo di Nevermind, film a episodi (in totale 5, in continuo crescendo), diretto da Eros Puglielli come se non fosse passato un giorno dagli anni ‘90 quando, tra film autoprodotti e una valanga di cortometraggi uno più assurdo (e riuscito) dell’altro, sembrava il futuro del cinema italiano. Non è andata così, il suo talento strano non è stato mai irregimentato davvero dal cinema (ucciso dalla distribuzione Occhi di cristallo, incompreso Tutta la conoscenza del mondo) ed ha preferito farsi ingabbiare dalla tv (ma per bene, con paghe adeguate e certezze di messa in onda, no come il cinema). Regista di fiction generaliste in anni in cui la tv di qualità non era un’opzione in Italia, Puglielli torna ora al cinema.

Abbiamo visto Copperman l’anno scorso, film che sarebbe davvero ingiusto imputare a lui, operazione paragonabile al lavoro televisivo (di buona fattura e discutibilissima s...