Satira e lezioncina morale, sguardo impietoso e conciliante, possono andare a braccetto? Nimby – Not in My Backyard, ibridando sottogeneri e atmosfere, ci prova, dimostrando come sia controproducente. Diretto da Teemu Nikki (Il cieco che non voleva vedere Titanic), il film racconta di Marvi e Kata, due giovani fidanzate da un anno che decidono di fare coming out con le rispettive famiglie, fino ad ora rimaste all’oscuro. Si recano così nella piccola città natale di Marvi, facendo i conti con la ristretta mentalità locale. Da Berlino arrivano anche i genitori di Kata, la cui madre è la responsabile dell’agenzia dei rifugiati delle Nazioni Unite.

Quale sia il suo discorso portante, Nimby lo enuncia già dal suo sottotitolo: mettere in luce quanto tutti tendano a giudicare l’esterno senza accorgersi di quello che accade all’interno del proprio cortile. Senza fare sconti a nessuno: al gruppo di neonazisti locali (tra cui l’ex fidanzato di Marvi) con la missione di cambiare...