Il bello di Aronofsky è come riesca ad unire nella sua filmografia il piccolissimo e il grandissimo, Pi greco il teorema del delirio e The Fountain, trovando equilibri meravigliosi in film come Il Cigno Nero. Non c'è neanche da dire a quale estremo appartenga Noah, filmone biblico che descrive la creazione e il diluvio universale calcando la mano sulla guerra fratricida degli uomini (la malvagità della stirpe di Caino che fu la causa del diluvio). Come è superfluo dire quanto la grande costruzione hollywoodiana alla testa della quale è stato posto il volto di Russell Crowe coincida pochissimo con l'iconografia cui siamo abituati in Europa, più modesta, minimale e dimessa. Più austera. Qui di austero invece non c'è nulla ma, Genesi alla mano, nemmeno di fasullo. Si tratta di un'interpretazione di due ore e passa di qualcosa che è descritto in pochissime pagine.
E' insomma un po' arrogante e molto lim...
Lontano dall'estetica religiosa europea e vicino alla spettacolarizzazione hollywoodiana il nuovo film di Aronofsky è facile da respingere, ma accettandone i presupposti svela un'intima grandezza...
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