Per Lucio, la recensione

Che attacco! Che attacco!!
Per Lucio parte quasi come il Maradona di Asif Kapadia, con un colpo anni ‘80 clamoroso che annuncia il fatto che flirterà per tutto il tempo con la lingua dei videoclip, asciugata delle esigenze commerciali di “vendita” e sfruttandone le capacità evocative. Tutto ovviamente alimentato da materiale di repertorio così da aprire subito uno squarcio temporale e infilarcisi. Perché i film di Pietro Marcello (siano di finzione o siano documentari) stanno sempre in un altro tempo, un altro tempo mobile e mai fisso. Stanno ovunque tranne che nel presente. A consentirglielo è proprio l’utilizzo di materiale di repertorio assieme a quello girato oggi e sgranato e invecchiato perché sembri “passato”, dietro di noi, da guardare con una specie di senno di poi. Anche per questo tutto suona immediatamente romantico, perché ha l’aria di qualcosa di morto e già mitico.

Dei molti documentari usciti su Lucio Dalla questo, si capisce ben presto, arrivan...