La recensione di Perfect Days, il film di Wim Wenders presentato in concorso a Cannes

Mai dare per finito Wim Wenders! Sette anni fa Ritorno alla vita aveva mostrato che ancora c’era una scintilla di umanità cinematografica, di ardore per i film, dentro quella che sembrava essere diventata una macchina di produzione di “prodotti artistici” in serie senza nessuna anima. Ora invece arriva Perfect Days, che è uno dei suoi film più belli. E lo si capisce dalla seconda inquadratura, da come nelle primissime battute inquadri la routine di un uomo giapponese che si sveglia al mattino, si lava i denti e va a fare il suo lavoro: pulire i bagni pubblici. Immediatamente c’è una sensazione di serenità, di piacere e di liberazione che solitamente i film raggiungono alla fine, quando passata una bufera i protagonisti si trovano finalmente sereni. Wenders la genera da zero, all’inizio, con un pugno di momenti, una luce fintamente naturale e Koji Yakusho, protagonista da 5-6 battute massimo in tutto ...