Petite Maman, la recensione | Roma 16

C’è sempre un distacco nei film diretti da Céline Sciamma, uno che di volta in volta è sempre più accentuato, come se il suo stile puntasse in quella direzione. Se già Ritratto della giovane in fiamme si muoveva su territori complicati, non riuscendo sempre a fare di tutto quel distacco un’arma per ottenere il contrario (quando un’aria raffreddata riesce a rendere tutta l’emotività trattenuta con più forza di mille dichiarazioni o mille lacrime), Petite Maman sembra funzionare ancora meno.

Al centro ci sono due bambine. Una è arrivata nella casa dove la madre è cresciuta perché la nonna è da poco deceduta e bisogna sistemare alcune cose; l’altra è quella che lei, giocando nel bosco, incontra. E sono uguali. O meglio, si somigliano moltissimo. Fanno amicizia e cominciano a giocare l’una con l’altra e frequentarsi fino all’inevitabile rivelazione che forse tra tutte quelle possibili è la meno prevedibile (e fa quasi sorridere la naturalezza con cui v...