Con quell’inizio con voce fuori campo che racconta la propria malattia Quello che non vedi si qualifica subito per il campionato dei film adolescenziali con terribili malattie e teneri amori che le contrastano. Eppure nonostante come molti di quei film anche questo sia tratto da un romanzo e nonostante cerchi come possa di stare al passo delle svolte comandate (una nuova scuola, una ragazza che si interessa a lui, il desiderio di guarire che aumenta, la malattia nascosta e poi scoperta, le ricadute nei momenti topici) in realtà questo strano film vuole molto di più e svela un impegno e una cura maggiori del solito. È, insomma, bello.

Quello che non vedi cerca la profondità di approccio nella quantità, in un minutaggio grosso (due ore) e un ritmo che non cerca di farle sembrare meno di quel che sono. È una storia ossessiva che torna spesso sugli stessi punti e ci insiste, in cui i protagonisti sono i problemi, la psicosi che affligge il protagonista e che va e viene. A differenza dei fi...