Martin Scorsese ha sempre raccontato di usare i progetti più particolari, su commissione o diversi dalla consueta forma-film, per sperimentare. Videoclip, concerti, pubblicità e anche documentari, sono tutti mezzi che sfrutta per poter sperimentare tecniche, idee e strutture. Alle volte sono sperimentazioni invisibili allo spettatore (delle lenti, un certo tipo di montaggio o di lavoro con gli attori), altre sono invece evidenti. Questo è il secondo caso: Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese è un gigantesco esperimento, una dimostrazione di autorialità possibile oggi solo su Netflix e che Scorsese non aveva mai battuto.

Che non sia un documentario usuale Scorsese lo urla ovunque, anche troppo. Sta nel titolo (è una storia di Bob Dylan che viene da Martin Scorsese), sta nell’introduzione (una sequenza di Méliès che fa un gioco di prestigio con il montaggio) e nella prima dichiarazione di Bob Dylan intervistato oggi (dice di non ricordare assolutamente nulla del to...