The Place
di Paolo Genovese
9 novembre 2017
Non ha cambiato praticamente nulla Paolo Genovese dalla serie tv che ha adattato in film, The Booth At The End. C’è un uomo in un diner che da noi è un bar che sembra un diner americano, che con un grosso librone assegna compiti più o meno abietti a persone che vengono da lui chiedendo di esaudire dei desideri (“Voglio essere più bella”, “Voglio che mio marito guarisca dall’Alzheimer”, “Voglio fare pace con mio figlio”) e tutto il cuore del racconto sono le maniere in cui questi malcapitati raccontano i progressi che stanno facendo nel portare a termine operazioni come costruire una bomba e far saltare in aria un locale, violentare una donna, farsi mettere incinta, rubare dei soldi…
Genovese sembra aver capito subito qual è il punto di questo spunto, il fatto cioè che in questo film esistano almeno altri 6 film di genere diverso che hanno luogo solo nella nostra testa tramite i racconti dei protagonisti. Senza mai uscire da quel bar sentiamo raccontare di come qualcuno abbia cercato se...
Ricalcato sulla serie tv che adatta, The Place proprio nel suo non essere eccezionale mostra quanto Genovese sia a proprio agio con il dramma
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