Nel tredicesimo film da regista gli anni si sentono così tanto per Leonardo Pieraccioni da “costringerlo” con lo sceneggiatore Filippo Bologna a scegliere un approccio più autoironico e autobiografico del solito. È stata una scelta intelligente. Il suo Leonardo Giustini in Se Son Rose… è inizialmente un padre single beffardo per non dire scostumato. Prende in giro la trombamica (ma non sopporta che lei dica quella parola come anche apericena, quindi è pure snob) perché la considera una deficiente invece di ringraziare il cielo che una bella figliola come Elena Cucci (il suo entusiasmo funzionava bene anche in A Casa Tutti Bene di Muccino) faccia l’amore con lui. È cattivello con l’anziana vicina (le ha fregato una vasca di plastica) e paternalista con la figlia adolescente che lui però vuole vedere ancora come bambina. Cosa fare per scardinare tutto questo depresso narcisismo di un mesto Peter Pan che mangia solo involtini primavera?

Se Son Rose…