La recensione di Il sesso degli angeli, in uscita il 21 aprile

Non parla con Dio il prete protagonista di Il sesso degli angeli ma semmai con Massimo Ceccherini, fantasma dello zio ormai defunto che gli ha lasciato in eredità un bordello in Svizzera per dissuaderlo con la tentazione della carne e del denaro, dalla vita da prete. Il prete è Leonardo Pieraccioni stesso, convertitosi da qualche tempo anche lui al cinema “high concept” italiano (virgolette d’obbligo) cioè le commedie con una sinossi di forte impatto. Una volta i suoi più grandi successi non ne avevano bisogno, erano storie ordinarie con una vena comica e le attrici giuste. Adesso anche Pieraccioni scrive storie con premesse accattivanti (“un prete deve gestire un bordello”) ma le inevitabili conseguenze fiacche. Il cambio è solo in superficie.

Non stupirà nessuno la notizia che Il sesso degli angeli è infatti la fiera del doppio senso. Don Simone, parroco di provincia, ha bisogno di soldi per la sua parrocchia e il lascito...