Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli, la recensione

Tanto Mulan si dimostrava l’imitazione scadente di un wuxia pian cinese, quanto invece Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli inizia con un prologo che ha il sapore del wuxia fatto bene. È sempre un’imitazione, molto generica nei temi e nelle coreografie, ma almeno un’imitazione ben fatta. Così, mettendo subito in primo piano Tony Leung (volto e corpo cardinale della storia del cinema di Hong Kong degli anni ‘90 e 2000, un monumento vivente) il film annuncia la sua doppia natura che verrà confermata dai dialoghi tanto in cinese quanto in inglese (e da noi in cinese e in italiano). Questa è la misura di quanto la Marvel (e la Disney dietro di lei) si sia allungata per arrivare dall’altra parte del mondo: è pronta a distribuire anche in patria un film i cui dialoghi sono quasi per metà sottotitolati.

La trama serve l’universo condiviso Marvel quel tanto che basta per lasciare rapidamente la strada alla mano tesa di cui sopra. È in...