Dal Canada francofono arriva una commedia che intercetta la grande tendenza del cinema umoristico statunitense per fonderla con la tenerezza e lo stile del cinema europeo. Gli adulti che non sono tali, la mancata presa di coscienza di un mutamento personale e il rifiuto categorico di assumersi qualsiasi responsabilità, visti nell’ottica di David Wozniack diventano non tanto la celebrazione che Hollywood sta perpetrando in questi anni di uno stile di vita e di un tipo di rapporto (quello dell’amicizia virile) ma la deriva esistenziale di un disperato simpaticone.
Starbuck però è anche un film che adotta il punto di vista dei genitori in tutti i sensi, prima nei confronti del protagonista e poi tramutandolo nella propria nemesi, cioè raccontandone la lenta discesa da una categoria all’altra, da eterno figlio a padre di 120 ragazzi.
Purtroppo non controllando a dovere la durata il film si compiace e indugia nella patina modaiola, rimanendo in...
La commedia canadese ruba dal cinema americano e da quello francese contenuti e atteggiamento ma non riesce a trovare il punto di vista più interessante...
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