Si inizia con un’inquadratura nell’acqua, l’elemento che più simboleggia il cinema di Crialese, e si finisce sempre lì, navigando, così come solo un titolo come Terraferma potrebbe evocare.

Siamo in Sicilia, su di un’imprecisata isola che potrebbe essere Lampedusa, l’estate è alle porte così come lo sono i turisti. Le loro vacanze vanno preservate, ne và il benessere dell’isola, meglio non far trapelare all’esterno i continui sbarchi di clandestini, disperati emigranti che in questo atollo di terra pensano di trovare la stabilità per iniziare una nuova vita, ma che ben presto viene visto per quello che è, una piccola ed intermedia tappa di un viaggio che durerà ancora molto. Non è un caso se il “nonno” del film parli di “terraferma” non a proposito della propria isola, ma dell’Italia che gli sta vicina. Anche gli abitanti di questo piccolo port...