Quando James Franco sceglie di introdurre i personaggi del suo diciassettesimo lungometraggio come degli appassionati di cinema d’autore europeo, in un fumoso cinema americano mentre guardano La Donna È Donna di Jean-Luc Godard suona disonesto. E suona così perché ostenta questa passione, perché gliela fa dichiarare e perché se ne compiace, perché usa il gusto dei personaggi come un biglietto d’accesso all’elite. In maniera simile ma opposta Tarantino introduceva il protagonista di Una Vita al Massimo, solo che pur con un po’ di compiacimento non gli faceva guardare qualcosa su cui c’è accordo ma film di kung fu (all’epoca di certo non legittimanti) e comunque non usava questa caratteristica per farlo apparire come uno dei “migliori” ma anzi come un reietto.

Qui siamo invece di fronte ad americani di fine anni ‘70 che definiscono se stessi in base al proprio consumo culturale di cinema d’autore europeo. Giusto il tempo di digerire questa presentazione e i caratteri compiaciuti dei pers...