La recensione di The Adam Project, in uscita su Netflix l’11 marzo

Ci voleva davvero un film in cui Shawn Levy potesse essere di nuovo Shawn Levy, non quello di Una notte al museo e Free Guy (operazioni impeccabili dirette con maestria ma più divertenti che sincere), quanto quello di This Is Where I Leave You e Real Steel, quello capace di tirare fuori emotività da racconti classici, capace di fare cinema originale e di farlo lavorando tantissimo sulla recitazione, fino a spremere dialoghi e sceneggiature in modo che perdano tutte le dolcezze più zuccherose e rimanga solo la polpa che conta. Il cinema americano che non si fa più.

E questo è The Adam Project: il cinema americano che non si fa più, vestito come il cinema americano che si fa di più di tutti. Perché questa sceneggiatura che è in giro dal 2012 ma è entrata in produzione solo nel 2020, dopo diverse riscritture, grazie a Netflix, è stata modellata palesemente su Guardiani della galassia per tono, dialoghi e personaggi, ...